Territorio e Turismo

UN VIAGGIO NELLA STORIA

 

 

Cenni Storici “uno sguardo alle nostre origini”....

 

 

Le prime tracce di frequentazione umana nel territorio di Palazzuolo risalgono al paleolitico superiore (12.000 -10.000 a.C.) e sono, presumibilmente, le vestigia di accampamenti stagionali o bivacchi di caccia.
In tutto il territorio comunale si rinvengono tracce cospicue di insediamenti riferibili all'Età del rame (3.000 -1.800 a.C.) e all'Età del Bronzo (1.800-900 a.C.).
Intorno al V - IV secolo a.C., in epoca preromana, gli insediamenti sembrano numerosi ed affiorano abbondanti resti della colonizzazione romana (Le Ari, Ghizzana, Quadalto).
Nell'Alto Medioevo l'alta valle del Senio fu intensamente abitata: la testimonianza più importante è sicuramente la "cripta" rinvenuta sotto la Pieve di S. Giovanni Decollato di Misileo. Verso il X - XI secolo si consolidò il potere della famiglia dei Pagani, proprietaria di numerosi castelli.
Tra i personaggi più illustri della famiglia Pagani spicca Maghinardo, ricordato da Dante nella "Divina Commedia" (Inf. XXVII, 50-51 e Purg. XIV, 118-19). Egli morì lasciando alla famiglia Ubaldini la maggior parte dei suoi beni; nel 1362, Gioacchino Ubaldini lasciò, a sua volta, tutti i suoi possedimenti alla Repubblica Fiorentina. Nel 1400 Palazzuolo ebbe i suoi Statuti che sono ancora integri e ben conservati. Palazzuolo e Firenzuola costituirono, pertanto, il primo nucleo di quella "Romagna Toscana" che giunse alle porte di Forlì, per poi ridursi di nuovo alle valli dell'Alto Mugello col riordino del 1929.Nel 1373 a Palazzuolo, "luogo centrale del podere" e "mercatale", si iniziò la costruzione del palazzo del Vicario. Nel 1373 Maghinardo Novello degli Ubaldini si ribellò alla Repubblica rifugiandosi nel castello del Frassino, ma catturato dai fiorentini fu portato a Firenze e decapitato. Il 19 ottobre 1506, Papa Giulio II sostò, accompagnato da Niccolò Machiavelli, nel Palazzo dei Capitani.
Con la salita al potere dei Medici il Vicario, rappresentante della Repubblica, fu sostituito da un Capitano. Il capitanato fu abolito nel 1772 e ridotto a podesteria, fino al 1837, quando il Granduca Leopoldo II unificò la giurisdizione sotto il Vicario di Marrani.
Durante la "restaurazione" dell'aprile 1849 si ha notizia di disordini fra i "codini" e i "repubblicani" e nell'agosto dello stesso anno Garibaldi, in fuga dopo la sconfitta della Repubblica Romana, passò per Palazzuolo accompagnato dal Canonico Verità e dal Colonnello Leggiero.
Nella Grande Guerra e nella seconda guerra mondiale quando l'intera valle del Senio era compresa nella "Linea Gotica" si verificarono episodi di rappresaglia e di deportazione.
Nel dopoguerra un'economia essenzialmente agricola indusse la popolazione rurale a cercare migliori condizioni di vita. Negli anni Cinquanta assistiamo a un esodo massiccio verso le campagne della Romagna e i centri industriali toscani o emiliano-romagnoli.
Ad oggi è il turismo che, valorizzando la storia, le attrattiva naturalistiche e una celebre tradizione gastronomica, svolge un ruolo sempre più importante nell'economia del paese.

 

 

Passeggiando nel Borgo “Monumenti e luoghi Storici”

 

 

PALAZZO DEI CAPITANI
Costruito alla fine del 1300, è contraddistinto da un portico d’angolo e da un ingresso sopraelevato. Sulla facciata sono murati numerosi stemmi appartenenti ai Capitani del Popolo nel tempo in cui vi ebbero residenza e giurisdizione. Il complesso del palazzo è sovrastato dalla Torre dell’Orologio che, ancora oggi, batte le ore e la mezza. Il 10 ottobre del 1506 vi fece sosta il Papa Giulio II accompagnato da Ser Niccolò Machiavelli.: un avvenimento ricordato da una lapide murata sulla facciata dell’edificio. A fianco, un’altra lapide riporta una terzina dantesca in ricordo di Maghinardo Pagani di Susinana.

All’interno del Palazzo dei Capitani hanno sede il Museo Archeologico e il Museo delle Genti di Montagna.

 

 

Il Museo Archeologico Alto Mugello, coordinato dal Gruppo Archeologico Alto Mugello, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, fa parte del sistema museale diffuso che fa capo alla Comunità Montana del Mugello.
E’ situato all’ultimo piano del Palazzo dei Capitani e documenta il passato più antico e meno noto del territorio delle alte valli del Lamone, Senio e Santerno.
Sono esposti reperti per lo più raccolti in giacitura secondaria, ma che rivestono una grande importanza per la storia del comprensorio perché consentono di riempire un vuoto di millenni, documentando una continuità di frequentazioni umane anche nei luoghi più impervi dell’Alto Mugello.


La Tomba del Guerriero
Nell’ottobre 2005 una campagna di scavi condotta dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana, con la collaborazione del Gruppo Archeologico Alto Mugello, ha consentito il recupero di una sepoltura con corredo di epoca etrusca, chiamata “la Tomba del Guerriero” per la presenza di tre lance collocate sul fianco destro del defunto. Non si sono conservate tracce dello scheletro dell’inumato, forse a causa della natura sabbiosa del terreno. Solo la dentina era visibile al momento del ritrovamento e sembrava indicare una dentatura in buono stato. Questo elemento, insieme alla presenza di armi nel corredo, fa supporre che si trattasse di un’individuo di sesso maschile in giovane età. Oltre alle armi è stato rinvenuto vasellame, probabilmente contenente offerte, oggetti personali e corredo da banchetto.
Il ritrovamento di questa sepoltura riveste un grande interesse perchè, oltre a documentare il rito funerario seguito nel nostro territorio in un periodo riferibile al VI secolo a.C., ci consente collegamenti con testimonianze provenienti da territori limitrofi.

 

Il Museo delle Genti di Montagna è situato al piano terra e al primo piano del Palazzo dei Capitani . Gli oggetti esposti (raccolti in 30 anni dal volontariato locale contagiato dall’entusiasmo di Antonio Poli, padre naturale del Museo a lui intitolato), narrano un territorio ed una comunità di montagna e di confine fra Romagna e Toscana.
L’alimentazione per secoli ha ruotato attorno alla farina di castagne e i campi andavano rubati al bosco…un ambiente difficile, per natura e storia, che ha obbligato e determinato soluzioni creative ingegnose, spesso geniali, delle elaborazioni artigianali.

 

 

IL MUNICIPIO e LA CAPPELLA VOTIVA AI CADUTI
Di fronte al Palazzo dei Capitani è il Municipio ex Villa Fabbroni, il cui porticato ospita la Cappella dedicata ai caduti in guerra con affreschi e vivaci decorazioni in maiolica del Maestro Tito Chini. Il 4 novembre 1922 fu inaugurata la Lapide-Monumento e la Campana Votiva; tre anni dopo venne inaugurata la cappella.

 

 

LA FONTANA DI PIAZZA ALPI

Sul lato sud di P.zza Alpi, tra il Palazzo dei Capitani e il Municipio, si può ammirare l’imponente Fontana contornata da una suggestiva scalinata da ambo i lati. La Fontana è Stata restaurata negli anni 80’ dall’ Architetto Adolfo Natalini, con bronzi del maestro pittore e scultore Roberto Barni, raffiguranti sciene di vita contadina. Questo monumento è il teatro naturale di spettacoli, concerti e iniziative culturali nei mesi Estivi.

 

PIAZZA GARIBALDI
Uscendo da P.zza Alpi e seguendo la statale per Marradi, si arriva in Piazza Garibaldi, cinta da ampi porticati attestanti l’antica funzione di “Mercatale” del centro di Palazzuolo. Su uno dei palazzetti prospicienti la piazza, vi è un bassorilievo in muratura che rappresenta un infante in fasce e che indica la proprietà, nel 1600, dello Spedale degli Innocenti di Firenze. Nel 1870 esisteva ancora la persona addetta al trasporto dei bambini da Palazzuolo all’Istituto degli innocenti di Firenze.
A fianco la casa dove Giuseppe Garibaldi, accompagnato da Don G. Verità e dal Colonnello Leggero, sostò durante la fuga, nel 1849, dopo la caduta della Repubblica Romana.

 

 

PIAZZA STRIGELLI
Da Piazza Garibaldi, salendo il vicolo Eschini, si arriva in Piazza Strigelli, dominata dall’omonimo palazzo, notevole costruzione del 1804 recentemente riportato al sua antico splendore da un pregevole recupero architettonico. Il Palazzo ospita al piano Terra la Biblioteca Comunale in tre stanze affrescate, dove sono presenti tre internet point gratuiti, una mostra permanente di Oggetti del Cittadino Artista LORENZO MACCHI e, nella Sala Pagliazzi, vengono organizzate mostre, convegni, corsi e cineforum.

 

 

CHIESA DEI S.S. ANTONIO DA PADOVA E CARLO BORROMEO
Attraversata la Piazza Strigelli e proseguendo per Via del Poggiolino, si giunge alla Chiesa dei S.S. Antonio da Padova e Carlo Borromeo. Costruzione seicentesca con un elegante portico a tre archi, sormontata da un piccolo campanile a vela. All’interno si possono ammirare pregevoli tele e stucchi del 1600 e una preziosa “Via Crucis” in ceramica, opera del Maestro Tito Chini, recentemente restaurata. La Chiesa è ancora consacrata, ma attualmente è utilizzata per mostre e convegnistica.

 

 

IL BORGO ANTICO

Proseguendo poi nella parte di Via del poggiolino sottostante la chiesa si giunge in Via Borgo dell’Ore, la parte più antica del paese che offre angoli deliziosi e antiche memorie storiche. Superati due passaggi a volta lungo la Via Borgo dell’Ore, girando a destra, si giunge in Piazza del Grano dove, nel medioevo, si teneva il mercato delle granaglie. Percorrendo un vicoletto e un sottopasso, chiuso da un portone in età medievale, da Piazza del Grano si arriva in Via Duca d’Aosta.

 

 

IL PONTE SUL SENIO
Da Via Duca d’Aosta si prosegue fino a Piazza IV Novembre, sede del mercato settimanale e cuore delle manifestazioni tradizionali e popolari del paese. Il ponte sul Senio fu ricostruito dopo la seconda guerra mondiale in sostituzione di quello antico a tre arcate a schiena d’asino, fatto saltare dai tedeschi. Sono molti i documenti fotografici che fanno vedere l’antico ponte.

 

 

IL GHETTO
Superato il ponte si arriva in via Roma, ricca di botteghe di antica tradizione e, in fondo alla via, Piazza Ragazzini. Prima di salire la scalinata che porta alla Chiesa Parrocchiale di S. Stefano, sulla sinistra si trova il Ghetto, antica residenza di una comunità di Ebrei, scappati da Castrocaro Terme, che offre un’angolo delizioso, fatto di sottopassi e un’antico cortile contornato da palazzi in pietra..

 

 

LA CHIESA PARROCCHIALE DI S.STEFANO
La Chiesa di S. Stefano ha, forse, origine pagana e risale al IV secolo. L’origine pagana sarebbe dimostrata da una lapide (andata dispersa durante la ricostruzione dopo la guerra) sulla quale erano scolpiti una forbice e un pesce, simbolo dell’eresia Ariana. La Chiesa è stata più volte rimaneggiata nel 1500 e, dopo la ricostruzione, la sua struttura originaria è stata snaturata. All’interno una navata con cappelle laterali, tele a olio del XVI, XVII, XVIII e XIX secolo. Le decorazioni floreali dell’abside e delle cappelle laterali sono opera della Scuola Chini di Borgo San Lorenzo. Durante l’ultimo restauro della cappella a sinistra è stato ritrovato un frontale dipinto, con medaglione centrale, antecedente al lavoro del Chini.

 

 

PIAZZA DEL CROCIFISSO
Scendendo la scalinata della chiesa e percorrendo Via di Mezzo, si arriva alla Piazzetta del Crocifisso. In questa piazza si trova una casa che ospitava lo “Spedale di Santa Maria Maddalena”, un luogo di cura e ricovero di pellegrini e residenti, poi trasformato in una cappellina ed oggi casa di civile abitazione. Anni or sono la piazzetta era attraversata da un canale scoperto adibito a lavatoio pubblico.