LE INIZIATIVE DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

 

 

ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA

 

In occasione dell'Anniversario dei aduti di tutte le guerre l'Amministrazione Comunale, in collaborazione con l'Associazione Culturale "Palazzuolo per le Arti", invita a partecipare ai diversi momenti previsti. Il programma è organizzato su due giornate come segue:

 

 

Sabato 5

 

ore 16,30 Sala "Pagliazzi" della Biblioteca Comunale (Piazza Strigelli 6) - "PRESENTAZIONE DEL RESTAURO DELLA TARGA DELL'ASSOCIAZIONE COMBATTENTI E REDUCI SEZIONE PALAZZUOLO DI ROMAGNA", Opera di Tito Chini, Fornaci Borgo San Lorenzo.

 

Domenica 6

 

ore 10 - corteo del Corpo Bandistico "G. Savoi" di Palazzuolo sul Senio e ritrovo in Piazza "E. Alpi"

 

ore 10,15 - inaugurazione della targa dell'Associazione Combattenti e Reduci Sezione Palazzuolo di Romagna. Interverranno il Sindaco Cristian Menghetti, l'Assessore alla Cultura Luciano Ridolfi e il Presidente dell'Associazione Culturale "Palazzuolo per le arti" Barbara Montevecchi.

 

ore 10,45 - deposizione di una corona d'alloro alla Cappella Votiva e, a seguire, corteo per il Parco della Rimembranza per la deposizione della corona di alloro al Monumento dei Caduti.

 

ore 11,00 - S. Messa presso la Chiesa Parrocchiale

 

 

 

"DOTTOR CLAUDIO MACCHI: un medico a servizio della gente"

 

Da martedì 6 novembre, presso la Sala Pagliazzi della Biblioteca Comunale, è possibile visitare un'esposizione di testi universitari, fotografie, ferri chirurgici e documenti sulla vita e carriera di un medico condotto per molti decenni nel nostro Comune.

 

INAUGURAZIONE: Martedì 1 novembre ore 16

 

ORARI DI APERTURA:

martedì - giovedì - venerdì 10/13 - 15.30/18.30

sabato 10/12

lunedì e mercoledì CHIUSO

 

 

 

"Una vita a colori"

mostra pittorica di Gianfranco Giovacchini

 

 

INAUGURAZIONE: Sabato 12 novembre ore 16

 

ORARI DI APERTURA:

martedì - giovedì - venerdì 10/13 - 15.30/18.30

sabato 10/12

domenica 15/17

lunedì e mercoledì CHIUSO

 

Una vita a colori

di Gianfranco Giovacchini

 

Carissimi palazzuolesi, trascorsi quasi venti anni dalla mia prima mostra e dopo il superamento dell’85mo Natale, ho sentito il bisogno di dimostrare, almeno a me stesso, che sono ancora in grado di comunicare graficamente tutto il sincero amore per il mio Paese. Con questo spirito, con questa modesta limitata ambizione torno ad invitarvi a questa seconda, autobiografica mostra, in quanto spero che essa possa suscitare, anche solo in alcuni di voi, quelle emozioni che ho vissuto affidandomi alla scolpiata memoria di tante sensibilità affettive. Nulla più di un piccolo ma personale patrimonio emotivo testimoniabile alle ancor giovani generazioni come importante risorsa umana di chi ha avuto la fortuna ed il piacere di vivere sempre serenamente anche la propria età di pensionato.
Ma al di là delle vostre valutazioni, di cui non chiedo alcuna sufficienza nel merito, sappiate che il bisogno di giocare, di divertirmi con i colori ad olio, nasce e si sviluppa da quando, all’età di 9 anni, mio padre mi procurò i primi colori avendo saputo che mi appiccicavo con infantile e apprenditiva costanza alle prestazioni di un grande “maestro” contemporaneo che oggi penso sia riconoscibile nell’arte impressionista. Troppo onore per me se volessi attibuirmi il presuntuoso ruolo di “allievo”, ma è certo che noi tutti, palazzuolesi e non, lo abbiamo conosciuto e ammirato come un vero e grande artista che tanto prestigio ha dato alla nostra comunità: l’indimenticabile Francesco Pagliazzi!

A lui dedicai la mia prima mostra nella Chiesa di S. Antonio con circa 150 opere. A lui, recentemente, ho dedicato alcuni dei miei modesti tentativi con le cosidette “nature morte”.
Tuttavia, di Lui, ho sempre riconosciuta la impossibilità di avvicinarmi a quella vera “arte” con qualsivoglia interpretazione della sua tecnica trasparente, illuminata dalle sue indimenticabili pennellatine!

Sottoscrivendomi a questo sincero stato d’animo, che rischierebbe di essere interpretato come una diplomatica dipendenza morale e psicologica, desidero precisare che le mie pur limitate possibilità creative hanno tuttavia incontrato nell’arco di una lunga sequenza di tentativi (in più di 70 anni), il gradimento, forse generoso, probabilmente molto amichevole, da parte dei destinatari delle donazioni facenti parte dei miei rapporti con il mondo del lavoro, compreso quello politico e sindacale. In breve, non avendo mai monetizzato la disponibilità delle mie opere con chim e ne richiedeva la destinazione, ho il piacere di annoverare, fra coloro che ho ricordato in questo affettuoso rapporto di reciproco compiacimento, relazioni e conoscenze come luciano Lama, Raffaele Vanni, Giorgio Benvenuto queando erano Segretari Generali delle Confederazioni Sindacali CGIL e UIL; giovanni Spadolini che accettò la mia donazione, assieme ad un vecchio e raro libro sulla vita di Giuseppe Mazzini, nel periodo, purtroppo breve, in cui copriva l’incarico di Presidente del Consiglio.

Altra destinazione importante fu quella del Ministro della Sanità dell’Ukraina conosciuto nel 1987 durante il gemellaggio fra Firenze e Kiev do po la tragedia di Chernobyl a cui partecipai con una solidale donazione in qualità di Presidente della Associazione Regionale degli Economi Ospedalieri.

 

 

 

Ma tutte le numerose donazioni, posso tranquillamente precisarlo, le ho vissute in uno spirito disinteressato grazie ai rapporti di collaborazione sociale e/o politica in circostanze molto frequenti e di precipua simpatia personale.
Fortunatamente questa lunga vita mi ha colmato di ricordi con tanti itinerari virtuosi che ho avuto la possibilità dui percorrere. Questa è la ragione per cui posso ridimensionare tutto il mio divertimento nel dipingere in oltre un centinaiio di piccole tele o cartoncini telati senza mai sentire il rischio potenziale di espormi al giudizio delle Mostre, cosiddette mercatiste, con relative recensioni critiche o valoriali certamente molto severe, quindi, non gratuite se gratificanti. I fondo, in tutta la mia vita, ho sentito sempre e soltanto il bisogno di recensioni per quelle valutazioni che sapevo di poter meritare grazie allo svolgimento del mio principale impegno lavorativo, cominciato il 4.12.1950 e terminato il 10 aprile del 1991.
Dopo questo periodo si intensifica la fase del mio libero ricorso ai pennelli manualmente un po’ domestico, un po’ ripetitivo e storiografico, con i colori mai sufficientemente mescolati, che mi ha consentito di guardare al passato, accompagnato dall’affetto che ho ricevuto dai tanti colleghi al momento del mio pensionamento. È stato proprio in quel giorno che ho avuto il piacere di accertare, con orgoglio e autentica commozione, il vero traguardo del mio lungo impegno professionale, valori che con questa lettera spero di confermare come prioritario riferimento.